La rappresentazione convenzionale delle filettature è semplice, al fine di rendere veloce l’esecuzione dei disegni (UNI EN ISO 6410). Spesso, nei disegni tecnici più complessi, le filettature non vengono rappresentate, ci si limita ai soli assi di simmetria ed alle relative indicazioni.
Filettatura esterna in vista
La cresta del filetto è rappresentata con linea continua grossa, il fondo con linea continua fine.
Il limite del tratto utile di filettatura, l’ultimo filetto completo, è rappresentato da una linea trasversale grossa.
Due piccoli tratti sottili ed inclinati (z) completano la rappresentazione, indicando convenzionalmente il filetto incompleto che prosegue fino ad annullarsi dopo il limite utile. Queste linee sono lunghe circa due volte e mezza il passo e generalmente non devono essere disegnate, salvo il caso in cui abbiano un’importanza funzionale
Madrevite
Nel caso della madrevite, la rappresentazione risulta invertita in quanto il diametro di nocciolo viene rappresentato con linea grossa, mentre la linea sottile indica il diametro esterno.
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Vista assiale
Il fondo del filetto è rappresentato da circa ¾ di circonferenza tracciata con linea continua fine (non si disegna lo smusso). Quasi sempre si ha uno smusso all’inizio della filettatura esterna ed una svasatura all’inizio di quella interna. La linea spessa rappresenta sia nella vite che nella madrevite i contorni del pezzo non ancora filettato (la cui distanza è misurabile con il calibro), mentre la linea sottile indica sempre il risultato della lavorazione.
Filettature in sezione
La rappresentazione del fondo e della cresta del filetto si realizzano nelle sezioni con gli stessi criteri delle filettature in vista.
Il tratteggio (campitura) raggiunge sempre la linea grossa ed attraversa quella fine.
Nel disegno di vite e madrevite accoppiate le filettature delle viti nascondono quelle delle madreviti
La rappresentazione dei filetti incompleti in genere è omessa.
Norme americane ANSI (American National Standard Institute)
Esiste una rappresentazione schematica ed una rappresentazione semplificata.
Nel processo di filettatura di un foro cieco mediante foratura e successiva maschiatura, la punta elicoidale determina sul fondo del foro una superficie conica rappresentata convenzionalmente con un angolo di apertura di 120°. Il filetto non si estende a tutta la lunghezza del foro per evitare l’urto dell’utensile sul fondo.
La quota L è una quota tecnologica e indica la lunghezza di foratura.
La quota f è invece funzionale , perché mira ad assicurare l’eccedenza della lunghezza del foro filettato rispetto a quella della vite per evitare il forzamento
La lunghezza minima del foro filettato è quindi la somma di f più una camera di sfogo y che è a sua volta dato dalla somma di un tratto x non filettato e dal tratto z di filettatura incompleta.
In definitiva, quando si esegue una filettatura non passante su un pezzo rimane un tratto non utilizzabile y la cui lunghezza corrisponde a quella dell’imbocco dell’utensile ed è più o meno da tra tre a cinque volte il passo. In pratica si realizza il foro di preparazione di lunghezza pari a 1,25 volte quella della filettatura.
Processo di filettatura di un foro cieco: foratura, svasatura e maschiatura
La rappresentazione del foro al termine di ogni operazione viene mostrata nella vista principale e laterale sia in sezione che in vista. Il tratto del filetto incompleto viene ottenuto a causa dell’estremità conica del maschio. Occorre tener presente che il diametro del foro viene determinato mediante tentativi perché è legato sia al sistema usato per eseguire la filettatura, sia al tipo di materiale da lavorare.
Quotatura delle filettature
La quota con la designazione di una filettatura deve riferirsi al diametro esterno corrispondente, quindi risulterà legata alle linee grosse della vite ed a quelle sottili del foro. Questo vuol dire che il diametro da quotare è il diametro nominale comune alla vite ed alla madrevite.
Per il rilievo dal vero si utilizza un calibro per filettature o contafiletti.
Il calibro è costituito da una serie di lame sagomate come profili di filettatura; ad ogni lama corrisponde una filettatura di passo diverso.
Tolleranze per filettature
In un elemento filettato possono verificarsi degli errori, come ad esempio errori sul diametro medio, o esterno o di nocciolo; oppure possono verificarsi errori di passo o sull’angolo del profilo.
La tabella UNI 5541 definisce il sistema di tolleranze da adottare per le filettature metriche Iso. Inconseguenza a quanto esposto in tabella, gli elementi della filettatura, in base ai quali vengono dati i campi di tolleranza per ciascuno dei diametri di filettatura, sono:
- la dimensione della filettatura (diametro x passo)
- la qualità di lavorazione
- la lunghezza di avvitamento
- il gioco minimo sul diametro medio
Inoltre sono previsti solo alcuni gradi di tolleranza:
- 4,6 e 8 per il diametro esterno della vite
- da 3 a 9 per il diametro medio della vite
- da 4 a 8 per il diametro di nocciolo ed il diametro medio della madrevite
Anche la lunghezza di avvitamento è un dato importante ai fini della scelta della tolleranza ed è definita in base ai diametri nominali e al passo.